Impronta ottica

Perché dovresti aggiungere una ulteriore voce di spesa all’elenco, per fare una cosa, l’impronta, che fai già bene con i materiali tradizionali?

Non sarà una delle tante imposizioni commerciali delle aziende del settore? Come quando dal VHS si è passati al DVD, per intenderci. Parliamoci chiaro: sei davvero soddisfatto delle impronte tradizionali? Hai un controllo della tua qualità ottimale e immediato? Se la risposta è sì, non procedere oltre. Ma sono curiosa di sapere cosa ne direbbe il tuo odontotecnico… La rilevazione delle impronte tramite scanner intraorali è il presente, e va incontro non solo all’ottimizzazione del flusso di lavoro professionista, ma anche al confort dei pazienti, senza contare il vantaggio in termini di immagine. Come tutti i dispositivi medici occorre valutarne costi iniziali, di mantenimento, la curva di apprendimento e le necessarie modifiche alle abitudini lavorative. Più utilizzerete gli scanner, maggiori saranno per qualità e velocità i vostri risultati; tali da poter ripagare nel tempo l’investimento.

Gli scanner intraorali sono dispositivi che proiettano una sorgente luminosa sugli oggetti di interesse, denti, impianti e mucosa, al fine di ottenere un’impronta ottica degli stessi. I dati ottenuti vengono processati da specifici software in modo da ottenere immagini 3D rappresentanti il modello virtuale (positivo) dell’impronta acquisita; a sostituzione dei tradizionali modelli in gesso.

D’accordo, sono il futuro, ma sono abbastanza precisi?

In letteratura accuratezza e precisione degli scanner vengono valutati  in rapporto alle impronte tradizionali rispetto a specifiche riabilitazioni protesiche. Ad oggi, gli scanner risultano certamente accurati quanto le impronte tradizionali, sia su denti che su impianti, in caso di riabilitazioni protesiche di corone singole e protesi parziali fisse coinvolgenti fino a 4-5 elementi, e per  impronte a fini ortodontici.

Controversi, invece, sono i risultati per quanto riguarda le arcate complete. Molti articoli mostrano una minor efficacia dell’impronta ottica rispetto alla metodica tradizionale nel caso di riabilitazioni con travate lunghe che coinvolgono più di cinque elementi (denti o impianti). La nostra esperienza, tuttavia, insegna che una corretta preparazione e tecnica d’impronta consente di eseguire anche lavori su arcata completa, sia su denti che su impianti.

Esistono pochi studi che valutano l’utilizzo degli scanner intraorali per la protesi parziale rimovibile e la protesi totale rimovibile. Nel caso soprattuto della protesi totale rimovibile l’uso dell’impronta digitale risulta meno efficace rispetto alla tradizionale in quanto gli scanner attuali non consentono la funzionalizzazione dei tessuti e non riescono a leggere la resilienza della mucosa edentula su cui si alloggerà la base protesica.

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